Casa Irpinia tra innovazione e territorio

Cos’è Casa Irpinia?

Intervista a cura di Stefano Carluccio

Fare impresa in Irpinia e nel Sud Italia non è facile, lo sappiamo tutti, ma ultimamente sempre più ragazzi e ragazze scelgono di restare nella propria terra o di tornarci e di diventare imprenditori. Spesso puntando su settori poco battuti o sulle eccellenze e l’altissima qualità.

È il caso di Casa Irpinia, progetto impreditoriale promosso da giovani irpini che punta tutto sulla valorizzazione e la crescita del territorio. Oggi incontriamo Stefano Iannillo, co-fondatore, per scoprire meglio la storia di Casa Irpinia e quello che ha in mente per il futuro.

Ciao Stefano, prima di tutto grazie per aver trovato il tempo per questa intervista. Io partirei dalle origini. Come, quando e perchè nasce l’idea di aprire Casa Irpinia?

Casa Irpinia prende la forma attuale durante il lockdown ma si può dire che nasce molti anni fa. Ognuno dei co-fuunder di Casa Irpinia negli anni ha costruito iniziative, attività e speso energie con l’unico obiettivo di promuovere il nostro territorio e migliorarlo.
Dobbiamo però dire che sicuramente il codice genetico di questo progetto è fortemente influenzato dall’esperienza pluriennale di IRPINIA MOOD e dalle attività di Irpinia Wine Trails i cui ispiratori fanno parte del nostro team.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro di fare imprenditoria in Irpinia?

L’irpinia è una tela bianca piena di colori in cui vivono grandi artisti: questa è la sua grande ricchezza e l’opportunità su cui fondiamo la nostra scommessa.
L’idea di unire, coordinare, lavorare insieme: è finito il tempo della competizione assoluta, del mors tua vita mea che ha caratterizzato gli scorsi decenni.
L’Irpinia è un ecosistema, dove tutto è legato: persone, economia, ambiente. Senza una visione complessiva che metta in risalto quel che ci unisce e quel che valiamo questo territorio non ha futuro.
Il grande limite è probabilmente una classe dirigente inadeguata , che negli anni non ha mai investito economicamente e culturalmente nell’innovazione: ma anche da questo punto di vista alcune cose stanno cambiando. Speriamo facciano in fretta.

Quanto è grande e come è strutturata la vostra realtà?

La nostra è una realtà con grandi ambizioni: vogliamo essere un’agenzia di sviluppo territoriale con il suo focus sulla promozione delle risorse enogastronomiche e dei servizi di ristorazione. Siamo specializzati in marketing territoriale, comunicazione e attivazione di processi di innovazione. Soprattutto però crediamo di avere le giuste competenze per costruire insiemi, squadre di produttori, trasformatori e ristoratori in grado di promuovere questo territorio nel mondo, con effetti positivi anche dal punto di vista del turismo.

Quali servizi offrite?

Il primo tool che abbiamo sviluppato è uno strumento no-profit per sostenere i ristoratori Irpini ed aiutarli a sviluppare nuovi mercati e vetrine digitali: Food For Future. Un sistema di dining bond in cui i ristoratori possono mettere in evidenza offerte e menù esclusivi che verranno promossi e pubblicizzati su casairpinia.com.
I potenziali clienti andando sul nostro portale potranno acquistare queste offerte in anticipo – aiutando anche quelle attività in difficoltà con la liquidità dopo l’emergenza covid – versando direttamente tramite paypal sul conto dei ristoratori.

Nel frattempo offriamo anche consulenze e servizi di comunicazione e marketing per l’intero settore enogastronomico e del turismo. Ad esempio, in collaborazione con un team di sviluppatori, stiamo promuovendo un APP completamente personalizzabile, a prezzi competitivi, per dotare ogni ristoratore di uno strumento ormai imprescindibile in grado di gestire le prenotazioni, i menù elettronici e il take away.
Ma i progetti in campo non finiscono qui a breve ci saranno tante novità che riguarderanno in particolar modo i produttori.

Quali sono le difficoltà maggiori per una piccola azienda in questo settore in Italia?

Siamo una start-up innovativa, c’è molto entusiasmo nel team e intorno a noi questo ci fa lavorare molto tempo e mette un pò in secondo piano eventuali problemi.

Al momento siamo molto concentrati nel portare al termine tutta la fase di implementazione dei nostri servizi base. Sicuramente una delle sfide più importanti sarà entrare in un territorio non abituato all’innovazione e soprattutto ad esperienze che cercano di costruire coordinamento sociale e sviluppo sostenibile.

Quali le prospettive che avete a medio e lungo termine?

La nostra prospettiva a medio termine è quella di costituirci come una Benefit Corporation e di vederci riconosciuta questa certificazione che per noi rappresenterebbe il sigillo della nostra idea di impresa.
Un’attività economica che valorizza e massimizza l’impatto sociale, che guarda alla sostenibilità ambientale e alla cura del territorio e delle persone.
Siamo così convinti di questi obiettivi che li abbiamo inseriti nel nostro statuto, qualsiasi sarà il futuro di Casa Irpinia e dei suoi soci, questa dimensione sociale  e ambientale sarà inserita nelle nostre regole del gioco.

Secondo te come e dove si deve orientare il settore turistico ed enogastronomico di qualità in Irpinia? Noti dei cambiamenti negli ultimi tempi?

Bisogna fare squadra, valorizzare l’Irpinia intera come viatico per la valorizzazione delle tante esperienze di eccellenza del settore turistico ed enogastronomico in Irpinia. Puntare sulla sostenibilità, sul turismo lento, sull’innovazione, sulla qualità del capitale umano che purtroppo viene lasciato scappare via.

L’unica via per l’Irpinia di valorizzarsi è secondo noi quella di creare un Club di prodotto, un gioco di squadra che punta a far vincere tutti.

Quali sono le tue considerazioni sulla situazione attuale che vive l’Irpinia, tra crisi economica e spopolamento? Qual è la tua opinione sul futuro di questa terra e cosa si può e si deve fare, secondo te, per invertire la tendenza?

Il futuro di questa terra risiede nei suoi – purtroppo sempre di meno – giovani, sul ritorno dei tanti che sono andati via, sulla capacità di attrarre energie nuove. L’innovazione nasce sempre dal conflitto, non si può aspettare che qualcuno “ceda il suo posto”, bisogna andare a prenderselo. Per invertire la tendenza bisognerebbe avere un rinnovamento profondo della pubblica amministrazione. Servono investimenti infrastrutturali per facilitare trasporti e tecnologie, una nuova mentalità che riesca a coniugare sostenibilità ambientale, sviluppo del territorio e benessere collettivo.

Ultima domanda, ti sei mai pentito della scelta di restare qui e di non emigrare come fanno in tanti?

Sono scelte che molto spesso ti fanno riflettere, personalmente credo profondamente sulla possibilità di riscatto di questi territori. Non è detto che ci resterò per sempre, ma resterò fino a quando sarà possibile coltivare la speranza e l’ambizione di costruire sempre cose nuove.
Non vedo alcun motivo per andarmene: se dovesse arrivare quel giorno credo che sceglierò l’estero non potrei mai restare in questo Paese e non impegnarmi per valorizzare la mia patria.

Grazie mille, Stefano. Complimenti e buon lavoro

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