Tartufo Nero di Bagnoli, tutto quello che devi sapere sul tartufo Irpino

Tartufo nero di Bagnoli

Il tartufo nero di Bagnoli conserva in se tutte le caratteristiche dell’Irpinia.

E’ poco noto, a volte ingiustamente bistrattato, è economico ma ha in sé il meglio che un prodotto come il tartufo può offrire: gusto, profumo, persistenza.

La storia vuole che sia stato scoperto e classificato dal naturalista Carlo Vittadini nella seconda metà dell’ottocento, è un tartufo che si trova per lo più sui monti picentini, solitamente nei pressi di un faggio o un pino nero.

Il suo nome scentifico è Tuber Mesentericum Vitt, e la sua produzione nei dintorni di Bagnoli si aggira sui 15.000 kg anno.

Probabilmente è proprio la grande reperibilità del prodotto che per anni lo ha reso un tartufo di secondo grado, fino a quando ci si è reso conto, soprattutto da parte di chef esperti, che è un tartufo che in cucina da il meglio di se.

Ma qual è la sua caratteristica principale?

La sua peculiarità,  rispetto ai tartufi più blasonati, come il tartufo bianco d’Alba, è che può sopportare anche il calore e conservare un buonissimo sapore e profumo, quindi può essere usato in ricette che prevedono tempi di cottura molto lunghi.

Ritornando alla sua fama, purtroppo dati storici rivelano che in passato godeva di fama e prestigio che poi ha perso, per ritornare in auge nell’ultimo decennio grazie anche al contributo dato da eventi fieristici e la famosissima Sagra di Bagnoli Irpino.

Si racconta infatti che il tartufo di Bagnoli fosse infatti molto apprezzato sulle tavole dei borboni e che questi sessi lo preferissero a qualsiasi altro tartufo. Ovviamente prima che fosse classificato da Vittadini.

Il tartufo nero di Bagnoli, è’ un tartufo che si accompagna benissimo a tutte le ricette a lunga cottura, come spezzatini, arrosti, e piatti dal sapore forte che non andrebbero bene con il blasonato tartufo bianco d’alba o il nero pregiato di Norcia. Gli abbinamenti irpini principali sono con ravioli burro e salvia, per apprezzarne maggiormente i profumi, oppure se ami un abbinamento particolare, provalo con la pasta e faggioli con cotechino.

Le caratteristiche note olfattive

In merito all’abbianmento olfattivo molti estimatori riconoscono nella nota di acido fenico, un sentore genuino., diverso dal bismetiltiometano presente a volte anche in maniera fake, quindi creata chimicamente, nelle note odorose dei tartufi blasonati.

Per capire di cosa parliamo consigliamo una enciclopedia, o di continuare a leggere il nostro articolo.

L’acido fenico è un odore che ricorda quello del catrame, motivo per cui per molti esperti di Tartufi il Tartufo di Bagnoli non è un tartufo degno di nota. Per altri invece, soprattutto quello che in cucina entrano per cucinare e non solo mangiare, è un anota particolare e da apprezzare.

Con questa persistenza odorosa non possiamo che consigliare come abbinamento un vino minerale, un altra eccellenza Irpina: il Greco di Tufo.

Magari vi aspetttavate il Fiano o il Taurasi, ma abbiamo ritenuto opportuno consigliarvi anche un abbinamento non conosciuto dai più e che in realtà manifesta una voluttà degustativa consicuta a pochi.

Ti abbiamo convinto? Qui puoi acquistare il tartufo di Bagnoli.

 

 

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